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Il Corriere della Sera sculaccia i finti liberisti sugli stress test bancari

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E’ valida una gara falsata? E’ legittima una corsa in cui alcuni concorrenti sono dopati? E’ normale una sfida in cui alcuni partecipanti hanno usufruito di aiuti statali mentre altri partecipanti non hanno beneficiato di sussidi pubblici?

Le domande non sono peregrine, e non possono essere solo teoriche, visti gli stress test effettuati dalle istituzioni europee sui principali 130 istituti di credito. I risultati sono stati resi noti, tra dettagli, critiche e perplessità.

La questione degli aiuti di Stato che negli scorsi anni sono affluiti alle banche francesi e tedesche è stata sollevata giorni fa dall’editorialista Guido Salerno Aletta che, su Formiche.net, ha analizzato numeri ufficiali ben poco noti e mai approfonditi.

Una questione di lana caprina? Non proprio, anzi. Eppure la stampa di solito ha sottovalutato la questione della “concorrenza sleale”. Oggi, ad esempio, soltanto il Corriere della Sera dedica un (microscopico) articolo alla questione.

Ecco che cosa scrive il quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli:

Le banche italiane dal 2007-2008 hanno effettuato ricapitalizzazioni per 43 miliardi e ricevuto sostegni pubblici per circa 4 miliardi netti. In sostanza i nostri istituti di fronte a due crisi «storiche» per durezza, quella partita dagli Stati Uniti con i subprime e il crac Lehman e quella dei debiti sovrani hanno dovuto «cavarsela da soli». E così sarà anche questa volta: «Non servono aiuti pubblici», ha detto ieri Fabio Panetta, vicedirettore generale della Banca d’Italia e componente il Supervisory board Bce. Altrove lo sforzo pubblico è stato più ampio. E il mondo anglosassone liberista non ha esitato a ricorrere a nazionalizzazioni. Secondo i dati Eurostat riportati ieri dalla stessa Banca d’Italia i sistemi bancari hanno beneficiato di cospicui interventi da parte dei governi: quasi 250 miliardi in Germania, 60 in Spagna, circa 50 in Irlanda e Paesi Bassi, 40 in Grecia, 19 in Belgio e Austria, 18 in Portogallo. Secondo Panetta se le nostre banche avessero ricevuto soltanto un terzo degli aiuti tedeschi, «avremmo un surplus di 77 miliardi»”. 

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