Rilanciare il turismo senza spendere un euro. La magia impossibile di Franceschini

Dopo la débacle di Italia.it prosegue la spirale delle politiche per il turismo. Il laboratorio per il turismo digitale propone idee di buon senso, ma non si capisce chi debba realizzarle. E intanto la Guardia di Finanza indaga

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Foto Daniele Leone / LaPresse18.06.2014 Roma, ItaliaCronacaPresentazione dei lavori di restauro alla Domus Aurea.Nella foto: il ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario FranceschiniPhoto Daniele Leone / LaPresse June 18, 2014 Rome, Italy NewsPresentation of the restoration work at the Domus Aurea. In pictures: the Minister of Culture and Tourism Dario FranceschiniLaPresse/Daniele Leone

(Foto: AP/LaPresse)[/caption]

Turismo: il problema non è solo la cattiva comunicazione. A leggere le conclusioni del Laboratorio per il Turismo digitale del Ministero della cultura e del turismo, per rimediare ad anni di cattiva politica e rilanciare il turismo del Belpaese sembrerebbe bastare qualche idea declinata in digitale e un maggiore impegno.

Purtroppo, come evidente già dal Piano strategico nazionale del turismo consegnato nel 2012 a Monti e poi a Letta, le buone idee non bastano: la ragione della crisi del turismo italiano è una miscela di arretratezza e disattenzione fatta di strutture alberghiere obsolete, assenza di grandi catene ricettive, scarsi e complicati collegamenti, poca disintermediazione nell'acquisto delle vacanze. Problemi endemici cui il Piano voleva ovviare con 61 azioni a breve, medio e lungo periodo, di cui dieci relative al turismo 2.0. Mai realizzate.

Appare perciò singolare che il ministro Franceschini a conclusione dei lavori del Tdlab abbia parlato di "lavoro formidabile", aggiungendo di volerlo trasmettere "al più presto alla direzione generale del turismo e all’Enit per verificarne le priorità e darne la più rapida attuazione”.

E sia, ma con quali risorse? Con la legge di luglio scorso che porta il suo nome (106/2014), l'Enit (Agenzia Nazionale del Turismo) è stata commissariata e Promuovitalia messa in liquidazione. Chi dovrebbe realizzare le idee del Tdlab? Il neonominato dirigente del servizio 3 del Mibact, Francesco Tapinassi, coautore di un libro sulla reputazione online con Roberta Milano?

Enit, privata di adeguati finanziamenti per la promozione all'estero, le fiere, la comunicazione istituzionale e l'agevolazione dei visti, è di fatto inoperativa e i risparmi di spesa realizzati dalla direzione sono finiti tutti in stipendi e contenziosi legali. Promuovitalia, rara avis di società pubblica coi conti in ordine fino al 2011, esautorato il direttore generale Montera, non è stata in grado di seguire i progetti sulla base dei quali riceveva i finanziamenti dal Mibact, dal Mise e dall'Europa attraverso il Fondo Sociale Europeo. La società ha chiuso il 2013 senza che il cda discutesse neanche il bilancio, al punto che il suo liquidatore, Antonio Venturini, ha disdetto una serie di contratti di fornitura, compreso quello di Unicity per la gestione editoriale del portale nazionale del turismo, Italia.it, e senza pagargli i sei mesi di lavoro arretrato per aver trovato le casse vuote. Addirittura il commissario Enit Cristiano Radaelli e il liquidatore di Promuovitalia, Antonio Venturini, prestano la loro opera senza percepire, per ora, uno stipendio.

Poichè il Tdlab ha lavorato "senza oneri per la finanza pubblica" sarà il Laboratorio sul Turismo digitale preso in prestito dalle idee dell'entourage dell'ex ministro montiano Gnudi a risolvere i problemi del turismo italiano? Perchè allora lo stesso coordinatore del Tdlab, l'imprenditore Stefano Ceci (che almeno aveva un contratto), è stato congedato dal ministro il 30 settembre con tre mesi d'anticipo su quelli previsti? Per aver già fatto tutto, a dire dello stesso Ceci, oppure perchè, come dice L'Espresso, è stato silurato dallo stesso Ministro?.

Il Tdlab, organizzato in tre tavoli aperti ai contributi degli esperti del settore, ha messo sul piatto una serie di idee di buon senso che rischiano di essere aria fritta. Il disegno che emerge dal Tdlab potrebbe essere quello di posizionare il ricercatore trentino Sergio Cagol e la blogger Roberta Milano, a coordinare il portale Italia.it nel frattempo passato dal Mibact all'Enit per "potenziarlo" - ma senza soldi - e vendere i prodotti italiani su web (la famosa promocommercializzazione), e aprire la strada a Joseph Ejarque di Explora verso la direzione di Enit. Ammesso che nessuno ravvisi un comportamento discutibile nell'aver quest'ultimo conferito a Trentorise - da cui viene Cagol - un piccolo appalto per un piccolo software di promocommercializzazione sviluppato insieme a una società facente capo a Stefano Ceci. Mentre se Promuovitalia non viene lasciata fallire (ma fallirà), con un'iniezione di qualche milione di euro per pagare i creditori, in pista si fanno avanti per guidarla in tanti, compresi quel Massimo Ostillio che ha licenziato il discusso ma efficiente direttore Francesco Montera, oppure Flavia Coccia (ex cda Enit, Isnart-UnionCamere) o altro confindustriale.

E tuttavia, siccome il diavolo fa le pentole e non i coperchi, tutto dipenderà dalle analisi della Guardia di Finanza che indaga sull'allegro uso di fondi pubblici dentro Enit e Promuovitalia e sui motivi per cui nè il Cda nè gli organismi di vigilanza e controllo se ne siano accorti. Ancora una volta la politica, del turismo in questo caso, la faranno i magistrati. E non per colpa loro.