Il Governo che fa le leggi e il Parlamento che sta a guardare

Dall’Indice di Produttività Parlamentare 2014 si scopre che l’84% delle leggi (72 su 86) sono di iniziativa del Governo. La percentuale sale al 100% se consideriamo solo i provvedimenti più importanti. Il Parlamento pertanto risulta completamente esautorato. 

Una delle prime cosa che si imparano ad educazione civica è che il potere legislativo è nelle mani del Parlamento. L’Articolo 70 della nostra Costituzione lo dice pure in maniera abbastanza chiara:

“La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere”

Ma come in tutte le democrazie, per assicurare l’equilibrio dei poteri, le funziona legislativa non è esclusiva, ma bensì condivisa con altre Istituzioni:

“L’iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale.Il popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli”

Tutto chiaro insomma: il Parlamento è il detentore principale del Potere Legislativo, che comunque condivide con altri soggetti, tra cui, appunto, il Governo. Il problema sorge quando, come nell’attuale situazione, questi ruoli si invertono.

Delle 86 leggi finora approvate ben 72 sono di iniziativa Governativa. L’accentramento nelle mani dell’Esecutivo del potere legislativo è evidente dalla sproporzione rispetto a quanto proposto dal Parlamento (84% vs 16%).

Questo vuol dire, che dopo più di un anno e mezzo di Legislatura, solamente 14 delle leggi approvate sono di iniziativa Parlamentare, una percentuale bassissima, soprattuto se oltre alla quantità si va a vedere la qualità. Un elemento da considerare infatti è il contenuto di queste leggi, e i loro reale impatto a livello nazionale.

Non dovrebbe sorprendere quindi che le 37 leggi più importanti sono tutte di iniziativa Governativa, e che oltre il 70% di quelle di origine Parlamentare sono di bassissima priorità politica. Trattasi per lo più di semplici procedure burocratiche necessarie per  adempimenti formali che si ripetono all’inizio di ogni Legislatura, vedi la creazione di Commissione Parlamentari di inchiesta, o ddl per la ratifica di trattati internazionali.

Un Governo piglia tutto, in qualità e quantità, che oscura il Parlamento . Non c’è bisogno di sottolineare l’enorme controsenso, al meno dal punto di vista democratico, di avere un potere Esecutivo e Parlamentare che si fondono in uno.

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Per approfondimenti:

7 pensieri su “Il Governo che fa le leggi e il Parlamento che sta a guardare

  1. Francesco Spegni

    I numeri sono una cosa, ma qual e` la realta` dietro di essi? Dicono che con l’84% di leggi di iniziativa governativa, il Parlamento e` esautorato dal fare il suo lavoro … ma visto che la calendarizzazione dei provvedimenti e` decisa dai capigruppo (cioe`: parlamentari), ed il regolamento che fissa quante ore a settimana lavora (cioe`: vota) il parlamento e` votato dai parlamentari, e sono i parlamentari che decidono quanto a lungo discutere prima di approvare/respingere una legge (cioe`: quanti emendamenti presentare) cosa esattamente impedisce ai parlamentari di essere piu` efficienti? forse la volonta`? la domanda diventa quindi: abbiamo forse un parlamento che vuole apparire come vittima del governo di turno? o piu` semplicemente un parlamento di ignavi?

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  5. Franco Elia

    E’ chiaro che la preponderanza della produttività legislativa del governo rispetto a quella parlamentare deriva dalla legge elettorale. E’ chiaro che questa preponderanza costituisce una violazione costituzionale e che la stessa Corte Costituzionale ha rilevato la illegittimità della nomina partitocratica dei parlamentari, rivolgendosi nello stesso tempo agli stessi per la riformulazione riparatoria. E’ chiaro però che lasciare in vita -come ha fatto la Corte- dei nominati, cioè delle persone designate da chi ha il potere, solo per la constatazione e con l’invito agli stessi di fare una legge contro il loro datore di lavoro, è la più assurda e rocambolesca cialtroneria di cui si è macchiata la giurisprudenza italiana e della quale gongolano i partiti. Partiti. ho scritto?? No, si tratta dei sedicenti “partiti”, cioè di aggregazioni lobbistiche che sono passate dalla censura (operazione “mani pulite”) dell’illecito finanziamento delle loro aggregazioni iniziali alla legalizzata assoluzione ( legge sui rimborsi delle spese elettorali)nel trasferimento diretto nella stanza dei bottoni.
    La libera associazione e la democratica modalità della concorrenza per determinare la politica nazionale (art. 49 Cost.) sono passate nelle mani e nelle pance di chi il popolo lo considera solo come strumento da sfruttare, altro che sovrano (art.1 Cost.) a cui inchinarsi e da servire con disciplina ed onore (art.54 Cost.)!

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