PADOVA

«Incinta dopo i 40 anni, doveva aspettarsi
un Down». Giallo sulla frase del medico

La denuncia della mamma di una bimba di otto mesi verso un medico dell’Ufficio Igiene dell’Usl 16. «Mi sono sentita ferita». Ma il dottore di turno: mai detta una frase simile

PADOVA

«Incinta dopo i 40 anni, doveva aspettarsi
un Down». Giallo sulla frase del medico

La denuncia della mamma di una bimba di otto mesi verso un medico dell’Ufficio Igiene dell’Usl 16. «Mi sono sentita ferita». Ma il dottore di turno: mai detta una frase simile

PADOVA «Signora, ognuno ha le sue disgrazie. Ma se lei ha deciso di fare un figlio dopo i 40 anni, non poteva che nascere down...». Parole pesanti come pietre. Che la mamma di una bimba di 8 mesi, nata con la sindrome di Down, sostiene siano state pronunciate da un medico dell’Ufficio Igiene dell’Usl 16 di Padova, durante un appuntamento all’Ufficio Certificati, il 7 ottobre, per il rilascio di un pass auto disabili. «Una frase che mi ha lasciata impietrita - racconta Valeria Carnio, la mamma padovana che denuncia il fatto - . Mi sono sentita ferita, tanto più che era un medico a dirmi che mia figlia è una disgrazia, mia figlia che per me è solo una grande gioia e che ogni giorno mi insegna qualcosa. Non sono riuscita a replicare, me ne sono andata cercando di trattenere le lacrime...». Una denuncia, sostenuta dall’associazione Down Dadi del Veneto. «Conosco da tempo questa coppia, sono genitori splendidi - dice Patrizia Tolot del direttivo Down Dadi - . Trovo agghiacciante che qualcuno possa pronunciare una cattiveria simile».

Quel 7 ottobre all’Ufficio Igiene, c’era il dottor Cesare Torchiarella che ha firmato la certificazione per il pass disabili alla signora. E che respinge ogni accusa. «Non ho mai detto una frase del genere, non mi sarei mai permesso. La signora si è inventata tutto». Valeria Carnio ribatte: «Perchè avrei dovuto inventarmi una cosa del genere? Mi fa male solo a pensarci. Ne ho parlato perchè non voglio che a nessun altro succeda niente di simile. Non voglio che un’altra mamma si senta ferita e umiliata». Patrizia Tolot dell’Associazione Down Dadi incalza: «Siamo abituati a lavorare con medici e istituzioni molto rispettose. Però a fronte di tanti che lavorano con serietà e impegno nell’Usl 16, ci sono personaggi come questo medico che se ne escono con frasi del genere (e evidentemente nemmeno se ne rendono conto). Questo tipo di persone rovinano la sensibilità e la dedizione di tutti gli altri. Non vogliamo provvedimenti disciplinari, non è questo il punto. Ci interessa il rispetto per la persona e per le scelte di vita. Nel 2014 non dovrebbero esistere situazioni del genere. La diversità non è una disgrazia, ma una ricchezza».

Il dottor Torchiarella insiste: «Chi mi conosce sa che non avrei mai potuto dire una frase del genere, che tra l’altro non avrebbe nemmeno senso visto che oggi la maggioranza delle donne ha figli a 40 anni...Con la signora avevo solo sollevato qualche perplessità sul fatto che chiedesse un pass disabili». Urbano Brazzale, direttore generale dell’Usl 16, dice: «Mi sembra un comportamento assurdo. Se è davvero andata così, apriremo subito un provvedimento disciplinare. La nostra utenza viene prima di tutto, va tutelata». Ivana Simoncello, capo prevenzione Usl 16: «Farò tutte le verifiche del caso».

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Francesca Visentin
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