«Una volta deciso che vanno valutati che siano lettere o numeri per me cambia poco». L’opinione è di Lara, il nome è di fantasia, insegnante di scuola elementare. «Ritengo inutile e diseducativa la lettera, è poco chiara» dice invece Francescca che fa la prof alle medie. Dall’anno scolastisco 2017/2018 potrebbe arrivare anche in Italia il sistema di valutazione anglosassone con le lettere A-B-C-D-E.
Non più i numeri da 0 a 10, ma cinque gradi di giudizio per valutare gli studenti di scuole elementari e medie.
In un certo senso è un ritorno al passato. Fino al 2009, prima della riforma Gelmini che definì i voti più chiari e comprensibili, non c’erano i numeri sulle pagelle fino al termine delle scuole medie, c’erano i giudizi a indicare se si erano raggiunti gli obiettivi: insufficiente, sufficiente, mediocre, buono, ottimo. Cinque come le lettere che potrebbero arrivare in futuro.
RIFORMA
Anche questa è una delle novita della buona scuola. È in uno dei disegni di legge delega collegati alla legge 107, quella appunto sulla riforma, e va approvato entro l’estate per entrare in vigore dall’anno scolastico, 2017-2018. Il fine è quello di uscire dalla logica della scuola in cui tutto fa media, in cui i mesi sui banchi non sono il percorso verso l’apprendimento, ma la somma di voti nei compiti in classe.
PRIMARIA
Non tutti convinti gli insegnanti. Per molti, alle elementari, non ci dovrebbero nemmeno essere i voti, ma solo i giudizi. Alle primarie Longhena di Bologna nel 2009, quando i voti furono introdotti, tutti i bambini ottennero 10, una forma di protesta degli insegnanti. «Per me – spiega la maestra Lara - non cambia niente fra numeri e lettere, se non che i genitori si confonderanno. Bisognerebbe fare un ragionamento serio e decidere se i bambini delle elementari vadano o no valutati con qualcosa di più del giudizio discorsivo finale. Valutare un bambino è brutto perché potrebbe viverlo come un voto alla sua persona e non alla sua performance, però in fondo quelli bravi che lavorano tanto è giusto che abbiano una gratificazione».
EVOLUZIONE
Le lettere eliminirebbero le classifiche, il confronto fra gli studenti, le classificazioni? Il dubbio che non sia così negli insegnanti c’è. Anche se al ministero spiegano che la valutazione con le lettere avrebbe in sè il concetto di evoluzione. Non si fa la media fra una E e una B, come fra un 4 e un 7, ma si vede il progredire dell’alunno da una valutazione non sufficiente a una che dice che è arrivato ad acquisire le competenze richieste.
MEDIE
Se alle elementari molti insegnanti preferirebbero proprio non darli i voti, alle medie è differente. «I voti – dice Francesca, insegnante di italiano - sono immediati nella comprensione! Ognuno di noi ha usato una scala di riferimento da 1 a 10 quindi il loro senso è trasparente e alla portata di tutti». E aggiunge: «Le sfumature tra voti non sarebbero più possibili con conseguenti penalizzazioni (5/6 non è 6 pieno ma quasi), con le lettere ho i miei dubbi si possa farlo». Allora non era meglio tornare ai vecchi giudizi? «Erano chiarissimi, ma ora sono in odore di giudizi che pesano come macigni».