Adesso il loro bambino è fuori pericolo, è guarito. Ma, davanti agli studi medici Galileo Galilei di Falconara, rimane il cartello che due genitori hanno appeso, mentre temevano per la vita del loro bambino di sei mesi, che non poteva ancora essere vaccinato e aveva contratto il morbillo.
«Ringraziamo sentitamente i genitori che non vogliono vaccinare i propri figli consentendo nel dilagare di una malattia che nel 2017 sarebbe dovuta essere estinta».
All’inizio del 2017 il numero di casi di morbillo è aumentato del 230% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Carla Granchelli, direttore dell’Unità operativa Igiene Epidemiologia e Sanità pubblica della Asl di Pescara ha detto alla stampa locale che «generalmente l’epidemia di morbillo ha un ciclo ogni quattro anni, l’avevamo avuta nel 2012 ed è tornata. Il piano nazionale di eliminazione del morbillo 2010- 2015 ha fallito ed ecco il risultato: tra febbraio e marzo all’ufficio Vaccinazioni sono stati segnalati 30 casi di morbillo».
Il Ministero della Salute, in un comunicato, ha spiegato il perché: «Il morbillo continua a circolare nel nostro Paese a causa della presenza di sacche di popolazione suscettibile, non vaccinata o che non ha completato il ciclo vaccinale a 2 dosi. Ciò è in gran parte dovuto al numero crescente di genitori che rifiutano la vaccinazione, nonostante le evidenze scientifiche consolidate e nonostante i provvedimenti di alcune regioni che tendono a migliorare le coperture, anche interagendo con le famiglie e i genitori».
E Roberto Burioni, virologo che parla dell’importanza dei vaccini sulla sua seguitissima pagina Facebook, spiega: «Chiedere la "libertà di scelta" sulle vaccinazioni è come pretendere di potere scegliere se guidare ubriachi o sobri. La libertà è altra cosa.
Negli USA – dove in molti stati non è obbligatorio neppure il casco per i motociclisti, tanto è sacra la libertà di scegliere per se stessi - un cambiamento radicale nell’atteggiamento riguardo alla “libertà di scelta” sulle vaccinazioni si deve all’azione coraggiosa e tenace del padre di un bambino californiano ammalato di leucemia, Rhett Krawitt, che ha spinto le istituzioni a scegliere se garantire ai genitori il diritto di non vaccinare seguendo sciocchezze senza alcuna base scientifica o se assicurare a Rhett il diritto di potere vivere una vita normale senza rischiare la vita frequentando la scuola. Hanno dato ragione a Rhett.
In Italia ogni anno 1500 bambini si trovano nelle stesse condizioni, a combattere un cancro con ottime possibilità di sconfiggerlo ma allo stesso tempo con un sistema immune indebolito che da un lato non consente la vaccinazione, dall’altro li espone a rischi di esito catastrofico nel caso di infezioni.
Rispondendo ai genitori che chiedono “libertà di scelta” dobbiamo quindi decidere se garantire a loro la libertà di seguire delle superstizioni senza alcun fondamento o se garantire a questi 1500 bambini, e a tanti altri, una vita libera dal rischio del morbillo e di altre gravi infezioni.
Uno stato dovrebbe difendere i più deboli: e poche persone sono più deboli di un bambino che combatte per la sua vita contro una terribile malattia. Nessuno può essere lasciato libero di scegliere di metterlo in pericolo».