Che cosa scopro tornata a Parigi dopo qualche settimana di assenza? I libri della rentrée littéraire? No, troppo banale. Quelli li avevo già letti al mare. Me li ero procurati prima di partire in vacanza. In Francia, la rentrée è un vero e proprio rito: i libri ci sono già in luglio, e basta sapere a chi rivolgersi per averli in anteprima. Quindi non è questa la sorpresa. La scoperta di settembre è molto meno colta.
È la pubblicità ambulante, visto che è appiccicata su quasi tutti gli autobus parigini, di un sito di incontri extraconiugali, Gleeden, che recita: «Grazie per la vostra fedeltà». Sì, avete capito bene! È la fedeltà dei frequentatori del sito che ne commuove i promotori. Nonostante la ragion d’essere di Gleeden sia di fatto l’infedeltà.
In che senso? Nel senso che da quando è stato lanciato nel 2009 questo sito francese – che è oggi fiero dei suoi 2.178.645 membri – non ha mai esitato a mettere in vetrina il proprio credo: «Se cercate i brividi con una donna sposata della vostra stessa città oppure anche un amante che vive a migliaia di chilometri, Gleeden vi accoglie. Gleeden mette in relazione tra di loro gli infedeli del mondo intero». Allora che senso ha parlare di fedeltà? Quale sarebbe la fedeltà degli infedeli? Per non parlare del corredo pubblicitario che spiega come il sito sia oggi plebiscitato dal 35% delle donne. Quali donne? Tutte? O solo le infedeli che però si legano fedelmente a un sito di incontri extraconiugali?
Devo ammettere di non aver reagito subito. Anche perché camminavo distrattamente per la strada, ed è stato solo quando un’amica ha attirato la mia attenzione sulla pubblicità deambulante che mi sono resa conto dell’assurdità della situazione. Prima di dirmi che, in fondo, non c’era da stupirsi più di tanto, visto che quando si tratta di soldi tutte le incoerenze sono legittime. Peccato solo che ci si arricchisca alle spalle di chi «soffoca accanto al marito», come spiega Sarah, che ha 45 anni e 15 anni di matrimonio alle spalle.
E che si venda a Sarah l’idea che, incontrando altri uomini, possa recuperare libertà e gioia. Con questo non sto ovviamente dicendo che Sarah debba continuare a soffocare, se è questo che vive col marito. Sto solo dicendo che la libertà, forse, non coincide con la «scoperta del proprio potere seduttivo», come dichiara il 66% degli inscritti a Gleeden. Né con il «distrarsi», come invocato dal 58%. Potere seduttivo e distrazione fanno, certo, parte della vita. Ma che cosa c’entra tutto ciò con la libertà?
In fondo, come spiegano in tanti, Gleeden è una soluzione alla noia che si prova in compagnia dell’altra persona. E che, in molte coppie, è effettivamente una realtà. Perché però, se è questo che accade, non prendere atto della situazione e mettere un termine a una storia in cui di amore ce n’è poco, forse non ce n’è mai stato?
Non solo l’amore non annoia. Ma è lui, anzi, che dà la sola e grande libertà di cui abbiamo tutti così tanto bisogno, ossia la libertà di essere se stessi, senza sforzarsi di essere altro, senza stancarsi di come è la persona che amiamo. Forse è proprio questo il problema di siti come Gleeden: dare l’illusione della libertà, confortando però ognuno nel conformismo più bieco. Perché si dovrebbe prendere atto che una storia è finita – e che forse non è mai cominciata – quando sembra possibile avere tutto: un marito, un amante, una storia duratura, un’avventura, e così via? Tutto e il contrario di tutto. Come la fedeltà all’infedeltà. Che tristezza…
L'infedeltà non c'azzecca nulla con la libertà
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