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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2014 alle ore 12:39.

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Non si attenua la morsa del «credit crunch» sulle imprese italiane. È quanto emerge dai dati diffusi dall'Osservatorio Credito Confcommercio sulle imprese del commercio, del turismo e dei servizi nel secondo trimestre del 2014. Secondo i dati dell'Osservatorio, nel secondo trimestre sono aumentate le imprese che si sono viste rifiutare in tutto o in parte la domanda di credito (dal 50,7% al 53%); percentuali che, nel Mezzogiorno, risultano "amplificate" con appena 2 imprese su 100 finanziate.

Imprese poco autonome finanziariamente
Nella maggioranza dei casi (48%), le imprese del terziario risultano ancora in difficoltà a fronteggiare autonomamente il proprio fabbisogno finanziario (nel trimestre precedente erano il 53%). A fronte di un leggero incremento del numero di imprese che si sono rivolte alle banche per chiedere un fido (dal 14,6% al 15,9%), rileva Confcommercio, resta ancora bassa, e su un livello non dissimile dal trimestre precedente, la quota di quelle che si sono viste accogliere le richieste di fido (26,7%) portando la percentuale di imprese effettivamente finanziate a poco più del 4%.

Nel Mezzogiorno i problemi maggiori di accesso al credito
Aumentano le imprese che si sono viste rifiutare in tutto o in parte la domanda di credito (dal 50,7% al 53%). A livello geografico, il Mezzogiorno resta l'area con le maggiori difficoltà con una quota di imprese che si sono viste negare, in tutto o in parte, il credito richiesto, pari all'81% e una percentuale di appena il 16,6% di imprese che hanno ricevuto il credito con un ammontare pari o superiore a quello richiesto. «Insomma - conclude Confcommercio - la stretta creditizia non accenna ad allentarsi e per le imprese, soprattutto quelle di minori dimensioni e quelle operanti nel Mezzogiorno, l'accesso al credito, alla fine della prima metà dell'anno, si conferma difficoltoso, costoso e limitato».

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