Acquedotto colabrodo I tecnici di A2A sul campo a caccia delle perdite

di M.MA.
A caccia di perdite idriche nel sottosuolo di Roccafranca
A caccia di perdite idriche nel sottosuolo di Roccafranca
A caccia di perdite idriche nel sottosuolo di Roccafranca
A caccia di perdite idriche nel sottosuolo di Roccafranca

Uno dei problemi collegati alla gestione dell’acqua, sempre più rara e spesso inquinata, è rappresentato dagli enormi sprechi causati dalle perdite delle reti di distribuzione. Perdite contro le quali nei giorni scorsi a Roccafranca è iniziata una campagna. Un maxi intervento di manutenzione straordinaria su tutta la rete civica. L’hanno voluto Comune e A2A ciclo idrico a fronte del progressivo invecchiamento del sistema, ormai un colabrodo in molti punti. Il progetto ha visto già una serie di interventi, con scavi profondi nelle strade per intercettare i «nodi» da cui partono i tubi di alimentazione di condomini e quartieri. Si tratta di un lavoro lungo e complesso, che riguarderà nel tempo decine di punti. Perchè è drammatica la quantità di acqua potabile che viene dispersa qui (e non solo, ovviamente). Le ragioni stanno nell’età delle reti, che risalgono per lo più agli anni Cinquanta e Sessanta. Realizzate in ferro, acciaio o in cemento-amianto sono arrivate a un punto di non ritorno in fatto di tenuta. E a dirlo sono gli affioramenti sul manto stradale che vengono denunciati dai cittadini. «Ma non è sempre così - spiegano i tecnici di A2A -. Spesso le perdite vengono intercettate grazie alle moderne tecnologie, che consentono di rilevare con le sonde uno sversamento improprio». L’ACQUA infatti non soltanto viene scaricata in falda a fronte di rotture, ma spesso finisce nelle tubazioni dell’impianto fognario, con una commistione tra acque potabili e nere che confonde anche il reale volume di smaltimento dei depuratori. Che aumenta facendo crescere i costi. Sempre a Roccafranca i disagi non mancano, sia per i residenti sia per i manutentori. I primi hanno già fatto i conti con sospensioni di erogazione della potabile e con la necessità di far spurgare gli impianti. I secondi si sono confrontati con infrastrutture a dir poco superate, con situazioni al limite del sostenibile. «In molti casi - spiegano i tecnici di A2A - abbiamo trovato tubazioni affogate nel cemento armato, specie in prossimità dei ponti, e questo, ancora oggi, ha impedito la completa sostituzione». I

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