Mondo Solidale

Roma, l’accanimento delle autorità contro i 200 migranti della Stazione Tiburtina

Non ci sono posti letto per i transitanti assistiti dai volontari dell’ex centro Baobab, che non possono, però, neanche montare una tenda. Il Comune ha fatto murare persino un parcheggio abbandonato dove dormivano la notte

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ROMA - I migranti non evaporano. È semplice la legge fisica che ci sottopone Viola De Andrade Piroli, volontaria di Baobab experience, l’associazione nata sulle ceneri del centro che la scorsa estate ha accolto più di 35mila migranti in transito grazie alla solidarietà della cittadinanza. “Siamo nel piazzale est della Stazione Tiburtina – spiega la volontaria – la scorsa notte hanno dormito qui 190 persone. In seguito allo sgombero di via Cupa del 30 settembre non è stata trovata alcuna alternativa, per un po’ siamo stati davanti al cimitero del Verano, ma ci hanno detto che lì eravamo troppo visibili e non potevamo neanche distribuire dei pasti”.

Roma, 200 migranti senza un tetto alla stazione Tiburtina



Fantasmi sulla Tiburtina. I migranti non evaporano, è vero, ma si può cercare di nasconderli. Per questo dal 30 settembre in poi le autorità hanno sgomberato qualsiasi presidio o assembramento si formasse lungo la via Tiburtina, sotto gli occhi dei cittadini. Per qualche notte i profughi hanno dormito nel giardino della Basilica di San Lorenzo. Poi, in circa 300, hanno vagato come fantasmi nella notte del quadrante est della Capitale, cercando per lo più soluzioni di fortuna. Fino a che i volontari di Baobab experience hanno trovato asilo nel piazzale est della stazione, lontano da occhi indiscreti. Grazie alle donazioni della cittadinanza hanno raccolto dei sacchi a pelo nuovi. Ora sono tollerati dalle autorità ma a condizioni ben precise. Non possono montare delle tende per riparare i migranti dal freddo e dalla pioggia, altrimenti verrebbero sgomberati. I profughi non possono dormire sotto le pensiline della stazione, perché interverrebbe la polizia ferroviaria. Hanno dovuto persino smontare i due gazebo che gli permettevano di proteggere le coperte e il cibo donati e che fornivano un riparo di fortuna dalla pioggia.

Il parcheggio murato. Mentre parliamo con Viola, due operai chiudono con calce e mattoni le feritoie di un muro e un terzo salda una porta. Sono sorvegliati da due poliziotti e poco più in là da un migrante con lo sguardo perso. “Per ripararsi i ragazzi avevano trovato il modo di entrare nei parcheggi sotterranei abbandonati – svela la volontaria - che sono coperti. Ieri è arrivata la polizia ferroviaria e l’esercito e ci hanno che dovevamo liberarli. Da stanotte 200 persone dormiranno di nuovo sotto il cielo”.

“Dove andranno queste persone?” Sembra un accanimento, ma le autorità si rifiutano di prendere in considerazione persino l’ipotesi di una tendopoli temporanea. È finito con un nulla di fatto il consiglio comunale straordinario, che lo scorso 11 ottobre era stato convocato per risolvere l’emergenza. L’amministrazione capitolina ha preso l’impegno generico di risolvere in maniera strutturale la situazione, ma non ha fornito una scadenza. Tanto per l’immediato, quanto per il futuro, ad oggi non ci sono risposte. “La domanda che resta è: dopo via Cupa, il Verano, il garage, dove vanno queste persone? Non evaporano, si spostano, si disperdono. Quando vedono la polizia si spaventano moltissimo. Soluzioni istituzionali non ci sono, non abbiamo più contatti con l’assessora che non risponde né alle mail, né al telefono”.