Grosseto, 9 settembre 2011 - Un esercito di oltre ventiduemila disoccupati. Uomini, donne, giovani e meno giovani, laureati e non. In Maremma, 22.904 curriculum vitae «intasano» le liste delle varie sezioni dei Centri per l’impiego del territorio. Un numero destinato a crescere sensibilmente se si considera anche chi quotidianamente varca la porta delle agenzie interinali nella speranza di trovare un impiego. Anche se «a termine». Il dato, riferito al primo trimestre del 2011 e fornito dall’Area formazione e Politiche del lavoro della Provincia di Grosseto, dà una fotografia immediata della situazione occupazionale del territorio, confermando come sia ancora la crisi la nemica numero uno di futuro e aspettative. Perché senza lavoro, si sa, è impensabile fare dei progetti e coltivare dei sogni. «I numeri — sottolinea Massimo Caramelli, responsabile del servizio lavoro della Provincia di Grosseto — evidenziano un incremento dei disoccupati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». In termini percentuali rispetto al primo trimestre del 2010, la componente maschile è cresciuta del 10.7 per cento, mentre quella femminile è aumentata di sette punti percentuali. Le donne, comunque, continuano a rappresentare la quota maggioritaria delle persone in stato di disoccupazione: 14.295 unità (pari al 62 per cento) risulta iscritta nelle liste dei Centri per l’impiego della provincia.
 

 

A livello di distribuzione sul territorio, circa il 51 per cento delle persone in stato di disoccupazione sono iscritte al Centro per l’impiego di Grosseto. Seguono poi i Cpi di Follonica (21%), Orbetello (18%), Manciano ed Arcidosso (5%). L’incremento territoriale consistente si è registrato presso il Cpi di Grosseto (+847, pari al 7,2%). Mentre la componente femminile oscilla da un minimo del 61% (Cpi di Orbetello) a un massimo del 63% (Cpi di Follonica). In pratica, lo stock di individui in stato di disoccupazione rappresenta complessivamente il 15,5% della popolazione ricompresa nella fascia di età 15-64 anni e le maggiori criticità si riscontrano proprio nelle aree costiere, dove praticamente quasi una donna su cinque è in stato di disoccupazione. I dati forniti sottolineano anche l’incidenza della disoccupazione di lunga durata (oltre 12 mesi). Per quanto riguarda gli avviamenti al lavoro, il 40% ha interessato manodopera di personale a bassa qualificazione, il 27% quello specializzato, il 18% il personale qualificato, il 9% il personale tecnico e solo il 5% mansioni impiegatizie.

 


Età. Penalizzate le fasce di età intermedie e in particolare le donne adulte. La fascia di età compresa tra 35-54 anni costituisce il 48% della disoccupazione amministrativa, mentre la fascia di età giovanile (fino a 34 anni) rappresenta il 39% e gli over 55 il 13%. Inoltre, nel primo trimestre del 2001 il 24,5% dei giovani di età 19-25 anni risulta in stato di disoccupazione, così come il 22,5 % dei giovani di età 26-34 anni.
 

 

Titoli di studio. Il 67% possiede titoli di studio inferiori al diploma. La componente più numerosa è rappresentata dagli iscritti in possesso della licenza media (39%). I diplomati costituiscono il 26% ed i laureati il 7%. Sull’elevato numero (23%) di soggetti privi di titolo incide in maniera consistente la presenza di cittadini stranieri. Gli stranieri in stato di disoccupazione sono 4.673, pari al 20% del totale delle persone in stato di disoccupazione e al 24% degli stranieri residenti.