Un contratto a tempo determinato, da
un'ora e 95 minuti a settimana (8,44 al mese) a meno di 60 euro
per poter lavorare nei servizi di una grande azienda
dell'Astigiano. E' "la cifra del lavoro disperato" accettata da
un lavoratore, oltre sei mesi fa, "nella speranza di un
riconoscimento dei propri sacrifici". Lo fa sapere, in una nota,
la segretaria generale di Nidil Cgil Asti, Giorgia Perrone che
rappresenta la categoria dei lavoratori precari e atipici.
"Siamo in presenza di condizioni di lavoro disumane - spiega -
in cui la persona è chiamata a esercitare pratiche di vita
estreme per arrivare alla fine del contratto di lavoro. Chi si
affaccia ora nel mondo del lavoro - aggiunge - così come chi si
ritrova improvvisamente sul mercato dopo 20-30 anni di servizio,
può trovarsi oggi a valutare queste offerte indecenti". "Si deve
tornare a valorizzare il lavoro umano, invece di mortificarlo e
comprimerlo in pillole di disperazione", conclude la
sindacalista.
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