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Testata
(foto di Corbis)
2011
16
Ago

La carriera della mamma…
Fa bene ai figli


L’ambiente ideale per un bambino? Una casa dove i genitori abitano insieme e lavorano entrambi. Si’.

Avere una mamma che lavora (non necessariamente a tempo pieno) non solo non danneggia la prole: puo’ avere effetti positivi.

Forse i bambini posso anche imparare qualcosa dal lavoro delle loro mamme ( e dei loro papà). Ve ne siete accorti?

A sostenenerlo e’ uno studio realizzato dal University College di Londra assieme all’Economic and Research Council per il quale sono stati eseminati i problemi comportamentali e cognitivi dei bambini di 19.000 nuclei familiari e relazionati all’impiego professionale materno e paterno.

 Secondo i ricercatori la fascia piu’ a rischio e’ quella dove in casa c’e’ un unico genitore. Quando e’ la mamma a guadagnare (piuttosto che il padre) il figlio maschio puo’ accusare qualche problema, soprattutto nello sviluppo sociale.

La femmina, invece, si trova perfettamente a proprio agio. Anzi, per lei, il cosiddetto modello tradizionale, padre in ufficio tutto il giorno e madre a casa, non e’ particolarmente indicato. Stando allo studio e’ associato a maggiori disturbi.

Non bastera’ probabilmente una ricerca a mettere a tacere i sensi di colpa che puo’ provare chi la mattina affida i figli a tate ed asili per recarsi in ufficio, ma i riscontri dell’equipe del UCL  rimettono in discussione una teoria che forse e’ stata accettata con troppa facilita’, ovvero che l’unica soluzione ottimale, per un bambino, sia stare a casa con la mamma, magari frustrata perche’ con la maternita’ ha dovuto rivedere obiettivi professionali, orari, attivita’.  A sentire  lo studio non e’ vero.

Al bambino, soprattutto femmina, fa bene anche avere una mamma che lavoraCome ha fatto notare l’Economist, la ricerca ha i suoi limiti. Sono state interpellate solo famiglie bianche, in piu’, in Inghilterra, le donne che pur avendo figli  lavorano sono essenzialmente middle class. Le osservazioni sul comportamento dei figli, infine, sono state fatte dalle mamme, non da esperti indipendenti.

La ricerca comunque e’ una piccola rivincita per chi si fa in quatto per lavorare e allo stesso tempo non mancare alle tappe importanti, dall’insediamento all’asilo, alle recite, al primo dente che cade, e che inevitabilemente perde qualcosa. 

E voi, siete pronte per la fine delle vacanze? Come vi state organizzando per tornare al lavoro…. E a scuola?


I VOSTRI COMMENTI
59
  • x Gio-us
    18.08 | 12:05 Chiara Cullen
    sì avevo capito quello che volevi dire, e torno a risponderti che dalla mia esperienza personale posso dirti che PROPRIO chi sta a casa per SCELTA è perfettamente consapevole di farlo ANCHE per sè stessa, consapevole che lo fa perchè è felice di fare la mamma a tempo pieno (altrimenti se lo facesse SOLO per i figli non sarebbe totalmente felice).
    mentre ho riscontrato che proprio molte mamme/lavoratrici che SCELGONO di continuare a lavorare fanno fatica ad ammettere che lo fanno per SE STESSE (cioè per la propria soddisfazione personale, cosa di cui non ci sarebbe nulla da vergognarsi…anzi…) e non per ragioni economiche o altro, perchè il senso di colpa è sempre dietro l’angolo.
    comunque, mi sembra, che tu non abbia capito il senso del mio intervento (senso che ho già ampiamente spiegato nei post precedenti).
    magari rileggendo la risposta che ho dato a R. capirai meglio.
  • Tutto dipende!
    18.08 | 18:37 Lettore_1990109
    Io faccio la mamma a tempo pieno, ma volentieri lavorerei, categoricamente part-time, ma oggi è un’utopia! Non potrei permettermi un lavoro a tempo pieno perchè i miei figli non avrebbero una guida, perciò nonostante sia molto faticoso, preferisco così. Non credo che sia un problema per la loro crescita, perchè ciò che io faccio a casa assomiglia molto ad un vero lavoro (spesso anche di più). Nonostante io sia a casa loro sono abituati a cavarsela spesso da soli ed a rinunciare quando non è possibile, ed ha lasciare del tempo anche alla mamma per i suoi interessi. Questo fa loro capire che una mamma, che sta a casa, non è detto che sia lì a loro completa disposizione 24 ore su 24. Per quanto riguarda l’articolo, genitori che stanno fuori tutto il giorno beh! tanto salutare non è, ma sono sicura che la maggior parte lo fa perchè non ha alternativa, quindi pochi sensi di colpa.
  • Chi lavora con i bambini lo sapeva già..da molto tempo
    20.08 | 14:27 Ariel 54
    I figli delle casalinghe sono troppo spesso i peggiori per quanto riguarda il rendimento scolastico. Non mi voglio addentrare in spiegazioni ma rilevo un dato di fatto, qui al sud, inoppugnabile.
    Per quanto riguarda la casalinga “per scelta” mi chiedo che altra scelta avrebbero avuto donne che per lo più non hanno studiato.
    Le casalinghe, fra latro, sono quelle che allevano i maschi, e talvolta anche le femmine, come principi ai quali non è richiesto il minimo impegno e che, visto lo scarso rendimento scolastico,diventeranno dei neet (niente istruzione, nè lavoro nè apprendistato).
    In una società minimamente giusta non dovrebbero proprio esistere anche perchè il matrimonio può andare male e loro, oltre ai figli, rovineranno anche il marito dal quale pretenderanno gli alimenti poichè ormai saranno abbondantemente uscite dal mondo del lavoro.
    Mia madre lavorava 25 ore al giorno, è rimasta vedova con 4 figli, ma non le sfuggiva niente.
    Molte casalinghe, invece , non trovano il tempo per i colloqui con gli insegnanti e, talvolta, neanche quello di ritirare la scheda a fine anno.
  • madri insoddisfatte
    22.08 | 12:18 olla77
    Mia madre è stata una lavoratrice forzata. Credo che la sua ambizione fosse di essere casalinga e mamma. Quando inziò a lavorare era nello staff segretarie di U.Agnelli (quindi per essere un primo impiego, non le era andata male…) però non era soddisfatta, se proprio doveva lavorare almeno che fosse pratico per starmi vicino (in effetti non aveva nessuno cui affidarmi, e forse ai tempi i nido erano pochi) così ha aperto un negozio in provincia, ma anche quello non era soddisfacente e dopo 10 anni l’ha ceduto per scegliere, avendo un mutuo da pagare, di fare l’assistente agli anziani. Posso dire in tutta onestà che questo bipolarismo è stato un bell’esempio per me, in senso negativo ma con effetti positivi. A volte penso che se lei avesse tenuto il negozio probabilmente l’avrei gestito con lei, non sarei andata all’università e non farei il lavoro che faccio ora, lontano anni luce dalle sue aspettative -ha sempre voluto coinvolgermi nelle sue cose per sentirsi meno sola credo-, mi sarei adagiata ad una condizione. Io credo che l’insoddisfazione di mia madre sia stata propositiva nella formazione della mia personalità, ma forse per altri poteva accadere il contrario. E’ vero che i miei genitori mi hanno dato la possibilità di andare all’università (poi ho inziato a mantenermi gli studi raccogliendo e vendendo castagne).Mi madre è oggi una nonna creativa e meravigliosa, ma non ha mai portato a termine un lavoro, ed è una mamma invidiosa, sempre pronta a rinfacciarmi molti sacrifici che a suo dire a fatto per me…sacrifici non richiesti e quasi sempre fuori tempo e inutili: non sopporta che io riesca a condurre la casa nonostante lavori full time e con due figli, le risulta inconcepibile che mio marito condivida le faccende di casa. Non si rende conto che invece è stato proprio il suo comportamento di madre apprensiva e lavoratrice insoddisfatta a farmi crescere e farmi trovare un equilibrio, per il semplice fatto che come ogni figlia io non volevo essere come lei. Mio padre (anche lui in quanto egosimo sta bene!)disse un giorno: la soddisfazione più grande della mia vita è quando te ne sei andata di casa. Io l’ho presa bene, la mia lettura è stata perchè aveva cresciuto una figlia indipendente che ha saputo trovare la sua strada senza dipendere troppo dai genitori. Mia madre forse non ha mai avuto il coraggio di dire a mio padre che lei voleva fare solo la mamma, e mio padre credo pur accorgendosene, ha fatto finta di nulla. credo di essere tra i pochi figli che vorrebbero vedere i genitori divorziati: per il benessere mentale di tutti.
  • Per Ariel 54
    29.08 | 13:56 annamax
    Trovo molto interessante la Sua osservazione. Trattare i figli come principi è davvero nocivo per loro stessi, perchè crescono senza avere delle competenze specifiche mentre oggi ad ogni persona è richiesto di saper fare più cose possibili nella vita e nel lavoro. L’individuo deve essere più flessibile che mai, deve sapersi adattare ed acquisire più competenze possibili.- Deve essere competitivo perchè è la società che lo impone. Si viene valutati e considerati per il successo in società e non per quello che si è dentro. Non voglio fare giudizi morali su questo modo di vivere ma dire quello che vedo adesso.
    Siamo noi stessi a pretendere troppo da noi stessi. Dobbiamo ricordarci che la società è fatta dalle persone!!!!!!!!!!
  • 05.11 | 11:42 elenabby
    La verità è che una mamma più contenta e più soddisfatta anche a livello lavorativo, con suoi interessi, una sua entrata economica e un “giro” extra-mura domestiche, fa bene ai bambini, li fa vivere in modo non ristretto, fa loro vedere che il mondo è grande e non si restringe a cameretta-scuola-merenda. I bimbi figli di mamme che lavorano sono più svegli e capiscono prima le cose. La mamma-solo casalinga è ormai inattuale…
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