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IL LAVORo

Banca d'Italia: «L'occupazione ristagna,
le imprese offrono contratti precari»

Nei primi cinque mesi dell'anno, valori medi del 2010. Non si annunciano segnali di ripresa per l'estate

IL LAVORo

Banca d'Italia: «L'occupazione ristagna,
le imprese offrono contratti precari»

Nei primi cinque mesi dell'anno, valori medi del 2010. Non si annunciano segnali di ripresa per l'estate

MILANO - L'occupazione non riparte e le imprese continuano a offrire soprattutto contratti precari. Lo sostiene la Banca d'Italia, secondo cui «nei primi cinque mesi dell'anno l'occupazione ha ristagnato, attestandosi nel bimestre aprile-maggio sui valori medi dello scorcio del 2010. Non emergono segnali di una significativa ripresa dell'occupazione nei mesi estivi» e, «in un quadro economico ancora incerto, le imprese continuano a prediligere assunzioni con contratti flessibili e part-time». Nel 2011-12, sottolinea Via Nazionale nel bollettino economico, «la ripresa dell'occupazione procederebbe a rilento. Nel 2011 risulterebbe ancora modesta la creazione di nuovi posti di lavoro, anche per via del graduale riassorbimento nei processi produttivi del personale in cassa integrazione. Ne risentirebbe il reddito disponibile - conclude l'Istituto centrale - che verrebbe influenzato anche dal contenimento dei trasferimenti del settore pubblico e dall'accelerazione dei prezzi nell'anno in corso».

I DATI - Il tasso dei disoccupati è sceso all'8,2% nel primo trimestre e, sulla base dei dati provvisori, il calo è proseguito in primavera arrivando a maggio all'8,1%. Via Nazionale prevede poi un peggioramento delle attese sull'occupazione delle imprese mentre si è interrotto il calo della Cassa Integrazione. I dipendenti a termine, secondo quanto emerge dall'analisti dei dati Inail, sono saliti del 4,1% nel primo trimestre mentre quelli a tempo parziale del 2,5%, e il lavoro autonomo dello 0,9.

LA MANOVRA - «La manovra si aggiunge agli interventi definiti nel 2010, che già consentivano nel 2012, in base alle valutazioni ufficiali, di riportare il disavanzo al di sotto della soglia del 3 per cento del Pil e conseguire una prima flessione del rapporto tra il debito e il prodotto»

Redazione online
15 luglio 2011(ultima modifica: 16 luglio 2011 21:16)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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