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Os Gemeos, dalla mostra Kindergarten, a Modena, alla Palazzina dei Giardini, fino al 18 settembre
2011
30
Mag
la maternità è il vero ostacolo alla conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare

Mamme e lavoro
Fino a che punto si può resistere?


L’Italia non è un Paese per madri. Lo sanno le madri. E ce lo dicono ogni giorno dati e indagini mentre ci bombardano sulla situazione economica. L’ultima indagine del Cerved, di cui parla Maria Silvia Sacchi sul Corriere, dice che la presenza femminile ai vertici delle imprese italiane, quotate e non quotate, va molto piano. Addirittura, nel 2010, le dirigenti sono diminuite. Insistere sulle carriere non è solo assatanata voglia di potere delle donne, come alcuni lettori ci contestano. Ma l’effetto di un cancro più grande, quello di un mondo del lavoro in cui la maternità è un handicap. Lo ha dimostrato il  rapporto annuale dell’Istat mostrando una situazione paradossale: quelle leggi fatte per tutelare le madri sembrerebbero aver imboccato la strada opposta ed essere diventate dei lanciarazzi per catapultare fuori dal mondo del lavoro le donne. In modo particolare le madri.

Alessia Mosca, che ho intervistato con Flavia Perina con cui ha scritto un libro (Senza una donna, add editore), dice che la maternità è il vero ostacolo alla conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare. E aggiunge che quelle attuali sono politiche di risarcimento e

“Risarcire la maternità significa continuare a considerare le donne soggetto debole”.

E allora si tratta di “indebolire le tutele” per aprire il mercato del lavoro? Non è proprio così. Sia Alessia Mosca, deputata Pd, sia Flavia Perina, parlamentare Fli, sostengono che bisogna spostare l’attenzione dalle donne alla cura, come hanno già fatto in altri Paesi. Si tratta di rimettere in gioco l’organizzazione del lavoro e il ruolo di uomini e donne all’interno della famiglia.

Siamo disposte a rinunciare allo scettro della casa? E i mariti: quanti uomini sono disposti a perdere lo smalto della carriera? E quanti a cambiare ruolo anche rispetto ai loro amici per ricoprire a tutto campo un ruolo di cura, non limitandosi a fare i baby sitter dalle 18 alle 20, prima della pappa?

Alessia Mosca e Flavia Perina, pur avendo militanze politiche opposte, arrivano ad analisi comuni. Il fallimento della politica. “Ha fallito la politica che  ha pensato a un welfare universale, non legato al lavoro”, dice Alessia Mosca, che oltre a essere co-promotrice della legge per le quote nei Cda, ha promosso la legge del congedo di paternità obbligatorio. “Ha fallito il sindacato che ha messo le maggiori resistenze alla flessibilità”. Mosca e Perina parlano di flessibilità di orari e di contratti. Attenzione a merito e qualità del lavoro più che al tempo. Anche loro sono sostenitrici, come diverse voci del mondo aziendale, che bisogna valorizzare talenti e obiettivi.

 Lavorare per obiettivi è un concetto affascinate. E vincente?

Ve la sentite voi mamme o future mamme di mettere in gioco un caldo contratto faticosamente guadagnato per essere giudicate sugli “obiettivi” raggiunti?

E se il bimbo è a casa con la febbre, anche se è papà che ha preso il permesso per curarlo, la mamma riesce a mantenere la concentrazione sull’obiettivo?


I VOSTRI COMMENTI
68
  • 31.05 | 11:51 Andrea_03
    sì guardi Luisa un gran input di cambiamento,un milione in piazza (compresa la percentuale di quelli che vanno a tutte le manifestazioni per default) e ad altri 46 milioni di elettori italiani a far altro.
    davvero un segno di maturità e presa di coscienza popolare non c’è che dire.
  • 31.05 | 13:00 Fierolocchio
    modello maschile modello femminile…dite di non guardare al sesso poi improntate tutto sul genere di appartenenza…le donne al potere sono come gli uomini si comportano come loro e non è assolutamente vero che sono più efficienti le”aziende femminili”…il modello che domina casomai è uno solo ed è quello di massimizzare i profitti sempre e comunque…. rispetto a quanto dicono certe pseudo femministe odierne in norvegia dove c’è la legge del 40% di donne nei cda, oggi la situazione delle aziende non è migliorata e non sono diventate più efficienti proprio perchè nella composizione del cda non sono state fatte scelte di merito ma scelte di genere..e poi sempre in Norvegia l’ad delle società quotate è praticamente sempre un uomo(il 98% dei casi)…..
  • 05.07 | 15:27 Lettore_1941799
    Dal 2002 noi …… lavoriamo al fine di individuare soluzioni concrete al miglioramento del benessere organizzativo dei collaboratori nelle aziende, in modo particolare in quelle condizioni limite quali ad esempio il rientro dopo la maternità in quanto siamo consapevoli delle enormi difficoltà che, quotidianamente, soprattutto le donne riscontrano sia a livello affettivo (ad esempio nell’affrontare i sensi di colpa) sia a livello lavorativo, nell’ambiente di lavoro stesso. …… è l’unica società in Italia che sia in grado di offrire una proposta completa per il welfare aziendale rivolta alle aziende che intendono crescere con il coinvolgimento dei collaboratori.
    Ci ispiriamo ai principi della ….. con l’obiettivo di arricchire il rapporto azienda-collaboratori, promuovere l’azienda come interlocutore attento e sensibile alle esigenze delle sue persone, creare le condizioni giuste per avere maggior concentrazione al lavoro.
    I collaboratori vengono stimolati e si sentono parte di un gruppo, partecipano attivamente alla vita aziendale mettendo a disposizione la propria creatività e concorrono all’incremento del successo dell’azienda. Provare per credere!
    05.07 | La Redazione
    Scusate, ho approvato il commento. Ma ho messo i puntini dove c’era il nome della società (a cui ho manadato una mail) che fa tutto questo ben-di-dio. lp
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