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domenica il salone navigami e la diretta della beatificazione di giovanni Paolo II

Terzi: sì ai negozi aperti il Primo Maggio

L'assessore: lasciando libertà a commercianti si sostiene il mondo del lavoro. Contrari Cub e lista per Pisapia

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Terzi: sì ai negozi aperti il Primo Maggio

L'assessore: lasciando libertà a commercianti si sostiene il mondo del lavoro. Contrari Cub e lista per Pisapia

Giovanni Terzi (Newpress)
Giovanni Terzi (Newpress)
MILANO - Mentre il 25 Aprile la stragrande maggioranza dei negozi milanesi ha tenuto le serrande abbassate, il 1° Maggio commercianti e artigiani saranno liberi di tenere aperto. Anche se quest'anno la Festa del Lavoro cade di domenica. Giovanni Terzi, assessore alle Attività Produttive, Politiche del lavoro e dell'occupazione del Comune di Milano e capolista della lista civica Milano al centro, ha firmato martedì la richiesta di deroga all'obbligo di chiusura degli esercizi pubblici, accogliendo le richieste di Confcommercio e Unione Artigiani. Terzi ha sottolineato che l'apertura sarà facoltativa: «La mia vuole essere una decisione che consente la libertà ad ognuno di scegliere se aprire o meno il proprio pubblico esercizio», ha dichiarato. Secondo Terzi si tratta di un provvedimento «non solo utile ma necessario per la vita della nostra città». «Non è un atto contro qualcuno - ha spiegato - ma a favore del lavoro, per non perdere occasioni utili di crescita per un settore che ha troppo pagato il peso della difficile congiuntura economica». La deroga è concessa a tutti gli esercizi pubblici, mentre i negozi fuori dal centro dovranno decidere se restare aperti il 1° maggio o domenica 2 ottobre. «Questo provvedimento risponde a precise richieste provenienti da diverse Associazioni di Categoria» ha sottolineato Terzi aggiungendo di sperare che «la proposta non venga accolta dalle solite trite polemiche e sterili opposizioni che abbiamo sentito in questi giorni. Ringrazio quelle forze sindacali che, a livello locale e nazionale, hanno colto gli obiettivi di questo provvedimento. Mi rammarico invece che Cgil persegua ancora oggi una battaglia così stantia e superata».

CONTRARIA LA CGIL - La leader Cgil Susanna Camusso aveva infatti bocciato l'idea dei negozi aperti - lanciata a Bologna dal commissario Anna Maria Cancellieri - sottolineando che «il Primo Maggio è la Festa del lavoro» e che a parte i servizi indispensabili «il resto per un giorno lo si può lasciare da parte», anche perché «i consumi nel nostro Paese vanno male». Ribatte Terzi: «La Cgil ancora una volta ha perso l'occasione, il treno per dimostrare di essere una forza autenticamente riformista e vicina alle reali esigenze del mondo del lavoro». Terzi sposa invece la tesi del vicepresidente vicario di Fipe Confcommercio Aldo Cursano, che ha indicato la necessità di dare risposte concrete in questo periodo di difficile congiuntura economica. «Lo ringrazio - ha detto Terzi - per le parole di ricordo del significato della parola lavoro: un valore e un obiettivo da raggiungere. Lo ringrazio in particolare perché egli considera puerile attaccare gli amministratori attenti all'emergenza lavoro. Vale per Milano come per le altre città italiane che intendono perseguire questa linea politica basata su un autentico riformismo, al di là delle bandiere e dei colori politici.

LA BEATIFICAZIONE E IL SALONE NAUTICO - «Milano - ha fatto inoltre presente Terzi - è una delle capitali turistiche italiane e non è accettabile che i turisti trovino tutto chiuso in questa giornata di festa. Questa esigenza si rende ancora più forte tenuto conto della proiezione in diretta in piazza Duomo della beatificazione di papa Giovanni Paolo II, della manifestazione NavigaMi che raduna diversi appassionati del settore, delle tante richieste provenienti dalle diverse associazioni di settore, dagli artigiani e dalla piccola, media e grande distribuzione, senza dimenticare la stessa manifestazione del 1° maggio. In un periodo così difficile per la nostra economia non è pensabile ed accettabile mettere in un angolo la giusta e sacrosanta libertà di aprire (o tenere chiuso) il proprio esercizio a fronte di uno stantio, e un po' ammuffito, richiamo ideologico superato dalla realtà».

LE REAZIONI - «Pieno appoggio» alla deroga proposta da Terzi è stato espresso dall’Unione Artigiani della Provincia di Milano: «Prendiamo atto con soddisfazione che l’assessore ha raccolto le nostre richieste e concordiamo con lui nella valutazione di una iniziativa tesa a valorizzare Milano, città internazionale che vuole e deve essere viva e ospitale per turisti e cittadini», ha affermato il segretario generale dell’Unione Marco Accornero. Polemica invece la «Lista Civica per Pisapia», che con Mattia Granata afferma: «Con questa decisione Terzi conferma l'atteggiamento di sordità della giunta milanese nei confronti del mondo del lavoro che ieri chiaramente ha chiesto il rispetto della giornata del Primo Maggio. Richiesta accolta dalla cooperazione commerciale lombarda. A farne le spese saranno i lavoratori meno garantiti sui quali ricadrà la decisione e che difficilmente potranno sottrarsi». Granata contesta l'interpretazione di «riformismo» di Terzi: «Oggi il riformismo è tenere assieme sviluppo e lavoro per uscire dalla crisi economica in cui anche Milano si è infilata. Farla pagare solo al lavoro è una forma di egoismo che non ha nulla da spartire con il riformismo ambrosiano».

SCIOPERO CUB - Cub e Flaica-Uniti-Cub, in polemica contro le «aperture generalizzate per il Primo Maggio», hanno proclamato uno sciopero generale nazionale di 24 ore del settore commercio e turismo. In una nota Walter Montagnoli della Cub parla di «stupidi artifici»: «Si decidono aperture di negozi e catene commerciali in tutta Italia solo per affermare che i lavoratori non hanno diritti e che, anche il 1° Maggio che storicamente nasce come momento di lotta dei lavoratori, è cosa loro».

Redazione online
26 aprile 2011(ultima modifica: 27 aprile 2011)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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