Matteo Germano, head of multi-asset e cio Italy di Amundi, mette in evidenza che da una parte la scorsa settimana ci siano stati dei miglioramenti marginali sul fronte economico dovuti essenzialmente ai nuovi stimoli monetari e fiscali delle autorità centrali come l'accordo trovato sul Recovey Fund da parte dei leader europei; ma dall'altra parte ci sono delle aree ancora sotto stress. Per tali ragioni secondo l'esperto "gli investitori dovrebbero abbandonare gradualmente la loro posizione conservativa per adottarne una più neutra, diversificando i rischi e aggiungendo valore relativo in Europa e negli Stati Uniti".
Nel dettaglio, Matteo Germano suggerisce di adottare una posizione cauta sulle azioni statunitensi poichè al momento il rapporto rischio/rendimento su di esse è svantaggioso, mentre nutre una maggiore fiducia verso l'Europa per via della riduzione del premio al rischio, delle migliori performance economiche e della stabilizzazione delle revisioni degli utili. Per quanto riguarda i mercati emergenti, al momento la valutazione dell'esperto è neutrale, ma l'outlook è positivo considerando l'abbondante liquidità e le attese di maggiori stimoli soprattutto nel continente asiatico, dove è nato il virus e dove pare che stia scomparendo in anticipo rispetto al resto del mondo.
Germano afferma che le preferenze sono rivolte alla Cina per via della buona tenuta degli utili societari, all'Idonesia per via della maggiore prudenza in materia fiscale, alla Corea del Sud e a Taiwan per via di un miglior contenimento dell'epidemia. Inoltre proprio nei mercati emergenti si sta assistendo ad un miglioramento delle condizioni economiche provocato da fattori tecnici più solidi e valutazioni degli spread più interessanti.
Da Amundi si sottolinea un atteggiamento positivo verso le valute ad alto rendimento dei mercati emergenti in vista di un eventuale sentiment favorevole al rischio, della riapertura delle economie e del calo dei contagi. Tuttavia non si possono tralasciare i rischi relativi alla guerra dei prezzi del petrolio e alle tensioni crescenti tra Washigton e Pechino. Mentre sul fronte dei mercati sviluppati, gli esperti mantengono un giudizio positivo sul cambio nok/eur.
In riferimento ai Paesi periferici dell'Eurozona, il debito è giudicato come attraente e ciò è dovuto al supporto della Bce e alla spinta data dal piano del Recovery Fund. Il consiglio dell'esperto in questo caso è che "gli investitori farebbero meglio a monetizzare i guadagni sui btp decennali e trentennali rispetto ai bund trentennali tedeschi al fine di bilanciare il rischio.
Per quanto riguarda la duration, si mantiene una preferenza per i Treasury quinquennali rispetto ai Bund quinquennali per via del loro status di asset sicuro e per la politica di acquisto di bond da parte della Banca centrale americana. Secondo l'esperto, "è difficile prevedere un rialzo significativo dei rendimenti obbligazionari perché, stando alle indicazioni della Fed e della Bce, prima dell’inizio del 2020 non ci saranno modifiche alle politiche monetarie".
Il credito è visto come una fonte di rendimento da non trascurare per via dell'inclusione delle obbligazioni nei programmi di acquisto della Fed e della Bce. Su questo fronte, i bond in euro sono preferiti a quelli in dollaro, mentre le obbligazioni societarie investment grade a quelle high yield che sono maggiormente esposte a tassi più elevati di default.
Infine secondo Amundi, le notevoli incertezze relative ad una seconda ondata, a una Brexit senza accordo e alle prossime elezioni statunitensi porterebbero a optare per l'oro e per il cambio jpy/usd come scudo di difesa. (riproduzione riservata)