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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2010 alle ore 09:08.
Sarà stata l'introduzione dei format, primo tra tutti quello del curriculum europeo. O sarà che è in corso un appiattimento generale. Ma anche là dove ci si aspetterebbe di trovare i migliori curricula, ossia il più grande network di professionisti al mondo, Linkedin, in realtà si trovano profili che usano un vocabolario povero e scontato. Così i professionisti si definiscono "innovativo", "dinamico", "motivato". Senza però dire in tre parole che cosa li renda innovativi o dinamici o motivati.
Oggi l'identità digitale non è altro che un'estensione di chi siamo nella vita reale: e allora perché descriversi utilizzando le parole che pensiamo possano interessare a chi cerca personale piuttosto che farsi conoscere per quello che si è? I risultati della ricerca «evidenziano l'importanza del proprio profilo online e dell'essere sinceri», spiega Katie Ledger, esperta di portfolio career e membro del Brand you board, la campagna di marketing lanciata da Linkedin per sottolineare quanto sia importante saper gestire il proprio brand a tutti i livelli di carriera.
Che ci piaccia o no qualunque contenuto faccia riferimento a noi sul web, che sia un messaggio, un articolo o anche solo una parola, trasmette un messaggio su chi siamo, sui nostri interessi, le nostre passioni, come ci presentiamo, la nostra esperienza. Se cercami su Google, come dice Jeremiah Owyang, senior analist alla Forrester Research, è il nuovo biglietto da visita, allo stesso modo il nostro profilo sui social network è il nostro curriculum vitae.
E come in un cv, in un profilo su un social network «espressioni come vasta esperienza e comprovata esperienza potrebbero non voler dire nulla per un potenziale datore di lavoro. Se incluse in un profilo o in un curriculum potrebbero danneggiarlo anzichè arricchirlo», spiega Ledger. Quindi chi ha messo nel suo cv una di queste 10 parole o locuzioni – innovativo, dinamico, motivato, vasta esperienza, proattivo, propenso al lavoro in team, comprovata esperienza, valore aggiunto, orientato ai risultati, spiccate capacità di problem solving – farebbe meglio a toglierle. «Piuttosto mettete in risalto di avere dagli otto ai dieci anni di esperienza o che avete aumentato le vendite del 300 per cento. Inserite frasi che si riferiscono in maniera specifica ai grandi risultati che avete raggiunto durante la vostra carriera – continua Ledger –. Non dimenticate che a un potenziale datore di lavoro o collaboratore interessa molto di più quel che avete fatto realmente piuttosto che quello che c'è scritto sul vostro biglietto da visita».