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SCUOLA: DILAGA LA PROTESTA

Studenti: assalto al Senato, tafferugli
Giovedì i corteo anche i liceali

Lancio di uova a Palazzo Madama. Sit-in alla Camera. Fallito blitz a Palazzo Grazioli. Tre arrestati, 27 denunciati. Nuove manifestazioni giovedì e sabato

SCUOLA: DILAGA LA PROTESTA

Studenti: assalto al Senato, tafferugli
Giovedì i corteo anche i liceali

Lancio di uova a Palazzo Madama. Sit-in alla Camera. Fallito blitz a Palazzo Grazioli. Tre arrestati, 27 denunciati. Nuove manifestazioni giovedì e sabato

L'assalto al Senato  degli studenti (Jpeg)
L'assalto al Senato degli studenti (Jpeg)
ROMA - Un gruppo di studenti che protestavano contro la riforma dell’università ha superato mercoledì mattina le barriere di sicurezza e ha tentato di entrare a Palazzo Madama. I commessi e gli agenti di sicurezza sono riusciti a chiudere la porta a vetri ma non il portone di legno e i manifestanti sono rimasti fuori dal palazzo premendo nell'androne. Poco dopo è iniziato un fitto lancio di uova.
Dopo l'assalto al Senato alcune centinaia di giovani «armati» di scudi di gommapiuma a forma di grandi libri e con i caschi da moto in testa - alcuni anche con passamontagna - si è diretto al Pantheon e quindi verso via del Plebiscito, tentando di raggiungere Palazzo Grazioli, la residenza di Berlusconi. Ma il blitz è fallito. Tre giovani arrestati, 27 denunciati. Giovedì - con lo sciopero della scuola - in corteo anche molti liceali, da Porta San Paolo alla Regione Lazio. E sabato gli studenti scenderanno in piazza accanto ai manifestanti della Cgil.

Gli scontri in via San Marcello (Ansa)
Gli scontri in via San Marcello (Ansa)
MANGANELLATE - In via di San Marcello gli studenti hanno sfiorato lo scontro con le forze dell'ordine: i carabinieri hanno respinto parte del corteo che tentava di aggirare il cordone di sicurezza. Di nuovo sono partiti i lanci di uova.
Alcuni manifestanti, riferiscono gli studenti, «forse più di una decina, sono rimasti feriti durante gli scontri con le forze dell'ordine in via di San Marcello». Ricovero in ospedale anche per un poliziotto. Durante i momenti di tensione un blindato dei carabinieri ha cercato di sbarrare l'uscita della strada per bloccare il corteo.

«DIMISSIONI, DIMISSIONI!» - In mattinata, durante l'assalto al Senato, gli studenti avevano urlato slogan come «Dimissioni, dimissioni» e «Vergogna! Vergogna!». I più vicini alla porta a vetri erano stati allontanati dalle forze dell'ordine, che avevano poi chiuso il portone di legno di Palazzo Madama. Nel corso dell'invasione dell'atrio da parte di alcuni manifestanti - un gruppo di circa cento sui mille presenti - un agente di polizia aveva accusato un malore. Poi i ragazzi erano stati respinti all'esterno. Non c'era stato, comunque, un vero e proprio scontro diretto con le forze dell'ordine, solo qualche spintone nella calca. Fuori da Palazzo Madama lancio di fumogeni oltre che di uova. Anche dopo che i manifestanti se ne erano andati, le forze dell'ordine sono rimaste schierate davanti all'ingresso del Senato in tenuta antisommossa.

Gli scontri davanti al portone di Palazzo Madama (foto Jpeg)
Gli scontri davanti al portone di Palazzo Madama (foto Jpeg)
«LASCIATE PASSARE SOLO LE VELINE» - In tarda mattinata il grosso dei manifestanti ha poi lasciato la zona, spostandosi verso il Pantheon e piazza Venezia. Un cordone di polizia ha bloccato, proprio su piazza Venezia, l'ingresso di via del Plebiscito, ma anche delle vie alle spalle di Palazzo Grazioli, per impedire al corteo - che aveva già imboccato via degli Astalli - di raggiungere la residenza del premier. «Quando passano le veline per Berlusconi le fate entrare, gli studenti con i loro problemi no», hanno contestato alcuni studenti rivolti alle forze dell'ordine. Un'altra parte del corteo ha comunque aggirato il blocco ed è giunta in piazza Venezia.

OCCUPAZIONI E SIT-IN - E' stata questa l'escalation di una mattinata di tensione, con cortei, occupazioni e sit-in: il mondo della scuola è in mobilitazione. Negli atenei come nei licei. Una parte degli studenti radunatisi al centro di piazza Venezia ha bloccato per un po' il traffico e intonato cori. «Siamo entrati a palazzo Madama dove non era mai entrato nessuno - urlava al megafono un manifestante - ora blocchiamo la piazza centrale della città». Poi però in molti hanno lasciato piazza Venezia per dirigersi ai Fori Imperiali. Di fatto la maggior parte degli universitari ha lasciato il centro della città intorno alle 16, per tornare a La Sapienza, dove si sono poi tenute assemblee nelle 5 facoltà già occupate.


PRESIDIO A MONTECITORIO - Molti altri studenti - che già martedì 23 avevao occupato le facoltà della Sapienza – da Filosofia a Fisica, Scienze Politiche, dipartimento di Igiene fino a Ingegneria, hanno partecipato mercoledì mattina ad un più pacifico presidio davanti a Montecitorio, insieme a ricercatori e docenti. L'«assedio» al Parlamento - dove era in discussione il Ddl Gelmini - è stato scandito da uno slogan: «Il futuro è qui e si decide adesso».
Un altro corteo partito dall'Università La sapienza aveva raggiunto senza incidenti Montecitorio. E un nutroto gruppo di liceali - 300 studenti del Tacito e del Talete - aveva attraversato Prati, il lungotevere ed era giunto al Virgilio in via Giulia, unendosi alla protesta di altri 500 ragazzi dei licei romani.

SCHIFANI IN VISITA AL FERITO - Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha fatto visita nel pomeriggio, all'ospedale Santo Spirito, al funzionario di polizia che aveva accusato un malore nel corso dell’assalto a Palazzo Madama. L'uomo ha riportato una sindrome di schiacciamento del torace ed è ricoverato per accertamenti.

LE MINACCE DELL'UDU - «Siamo in piazza per chiedere alle forze politiche della Camera di fermare questo scempio del sistema universitario pubblico italiano», aveva sottolineato in mattinata una nota dell’Unione degli universitari (Udu), «se questo ddl supererà l'esame della Camera bloccheremo il Paese partendo dalle Università».

Roma, studenti sul tetto di Architettura (Eidon)
Roma, studenti sul tetto di Architettura (Eidon)
50 ATENEI IN MOBILITAZIONE - Il presidio a Montecitorio, l'occupazione del tetto di Architettura, le occupazioni degli atenei di questi giorni, dice l'Udu «sono solo le recenti iniziative di protesta di un lungo autunno cominciato l'anno scorso con la presentazione al Senato della riforma». Secondo l'unione degli universitari «ci sono più di 50 atenei in mobilitazione: continua l'occupazione dell'Ateneo di Pavia, da Torino a Palermo siamo in fermento e non abbiamo intenzione di fermarci, siamo intenzionati ad inasprire lo scontro se questo Governo continuerà ad essere sordo alle richieste che vengono mosse dall'intero mondo accademico».

NUOVI BLOCCHI – «Riteniamo inammissibile – spiegano dalla Rete della conoscenza (il network promosso da Unione degli Studenti e Link Coordinamento universitario, ndr) – che dopo mesi di mobilitazione, cortei, occupazioni, lezioni in piazza, il Ministro non abbia mai risposto nel merito alle critiche e alle proposte degli studenti, e che il Governo agonizzante, privo di una maggioranza possa cercare con arroganza di ottenere l’approvazione di una riforma che con l’ingresso dei privati nei CdA, la sostituzione delle borse di studio con sistemi di indebitamento degli studenti, la precarizzazione della ricerca, distrugge l’università pubblica».

Studenti del Mamiani a Piazza di Spagna (Eidon)
Studenti del Mamiani a Piazza di Spagna (Eidon)
GIOVEDI' LICEALI IN CORTEO - Non sono solo gli universitari ad annunciare nuovi blocchi in città. Giovedì 25, dalle 9.30, è in programma lo sciopero regionale della scuola, indetto dai sindacati di base: corteo da largo Leonardo da Vinci, vicino la stazione San Paolo del metrò, a piazza Oderico da Pordenone, nei pressi delle sede della Regione Lazio. E Alle 9 è partito un corteo spontaneo di 300 studenti del Tacito e del Talete che ha attraversato Prati, il Lungotevere ed è infine giunto al Virgilio in via Giulia, dove sono concentrati circa 500 studenti.

TAGLIATI 4 MILA DOCENTI – «Nelle scuole del Lazio si registra il rapporto più alto tra insegnanti di sostegno e alunni diversamente abili: 2.45 – fanno sapere dall’Usb – E mentre aumentano gli studenti (+ 3150), nel Lazio, dal 2008 al 2010, sono stati tagliati oltre 4 mila docenti e quasi 3 mila unità tra il personale delle segreterie, assistenti di laboratori e collaboratori scolastici».
I sindacati rilanciano, inoltre, il nodo sicurezza: «Nel Lazio sono a rischio il 40% degli edifici scolastici; nelle province di Rieti e Frosinone si sfiora il 70% (se si considerano solo le scuole medie). Come si può in queste condizioni assicurare una scuola degna di questo nome ai nostri giovani?».

Simona De Santis
24 novembre 2010(ultima modifica: 25 novembre 2010)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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362 COMMENTI COMMENTI

Studenti e/o lavoratori... sui tetti? becera strumentalizzazione di stampa lottizzata.

24.11|20:03

In effetti sono semplicementi persone schierate .. contro.. ma la crisi che verra'  fara' pulizia! ci sono 250.000 addetti allo spettacolo e 4 mln di dipendenti statali.

x Pachmann

24.11|20:03

Ho difficoltà a seguirla (colpa mia), lei mi cita 3 stati disastrati economicamente le cui scelte devono,gioco-forza, rispettarte lo stato delle cose. L' Italia è a loro livello? Se si, che berlusconi e tremonti lo dicano. Se,invece, non è cosi che adoperino le risorse economiche in maniera diversa. Ma lo sa, lei, che abbiamo recentemente varato una porta-aerei (nave) e per cosa? Per far volare gli aquiloni dei bambini delle scuole senza carta igenica?! I soldi per far volare i top-gun, non li abbiamo! E' contrario all "violenza"? Bene, se ritiene violenza le azioni studentesche recenti, guardi, per favore, quello che è successo nel'68 e consideri su quanto ci ha fatto (a tutti) crescere in un modo o nell altro. Saluti

Non sarà politically correct dirlo...

24.11|20:03

ma il Senato è nostro! Ad essere sbattuti fuori dovrebbero essere quelli che si sono dentro, posto che neanche abbiamo potuto sceglierli alle elezioni!

Il ventre (o il sottosuolo) dell'Italia

24.11|19:49

Sono rimasta allibita dalla quantità di commenti sgrammaticati e rancorosi trasudanti gretto e ignorante risentimento contro la protesta e l'istruzione e la cultura in generale. Ma in effetti c'è poco da stupirsi. Questa è l'Italia di oggi e questo è il livello di regressione antropologica che è stato raggiunto. Brrr... Buona fortuna da una ricercatrice fuggita all'estero.

Ha ragione la Gelmini. 30anni fà scioperavo io, e chi se ne è avvantaggiato ? i burocrati e lo sfacelo.

24.11|19:46

Ha ragione la Gelmini. Questi poveri ragazzi, presi in giro da tutti coloro che soffiano nelle loro orecchie, difendono i baroni. COSI' COME FIN DA QUANDO ERO RAGAZZO IO E SCIOPERAVO A SCUOLA, IN EFFETTI NON FACEVO ALTRO CHE DARE UNA MANO A FAR PRECIPITARE LA SCUOLA LA' DOVE, 30ANNI DOPO DI ME, LA TROVIAMO OGGI. Se i ragazzi chiedessero ai propri genitori un parere sugli scioperi degli studenti, credo si comporterebbero diversamente, in modo più razionale e costruttivo.

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