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Unita' d'italia

Emma Marcegaglia: «Festeggiamo il 17 marzo. Ma non perdiamo ore di lavoro»

Il presidente di Confindustria chiede che la nuova giornata di «festa nazionale» non pesi sull'economia

Unita' d'italia

Emma Marcegaglia: «Festeggiamo il 17 marzo. Ma non perdiamo ore di lavoro»

Il presidente di Confindustria chiede che la nuova giornata di «festa nazionale» non pesi sull'economia

Emma Marcegaglia, presidente Confindustria
Emma Marcegaglia, presidente Confindustria
MILANO - Il 17 marzo va celebrata la ricorrenza della proclamazione dell'Unità d'Italia. Ma senza perdita di ore di lavoro. Così la pensa Emma Marcegaglia, presidente Confindustria, che «rispetta e condivide la decisione del Governo di celebrare la ricorrenza della proclamazione dell'Unità d'Italia» ma chiede che «la giornata del 17 marzo venga celebrata senza che ciò comporti la perdita di preziose ore di lavoro o un aggravio di costi per le imprese». Altrimenti, si «darebbe un segnale fortemente dissonante rispetto alle azioni che, faticosamente, le parti sociali stanno mettendo in atto per recuperare ogni possibile margine di produttività, per poter fare nuovi investimenti e salvare posti di lavoro in Italia».

PONTE - Il presidente di Confindustria entra con una nota sul tema dei festeggiamenti dell'unità d'Italia, sui cui il Quirinale, qualche settimana fa aveva annunciato l'aggiunta di una nuova festività nazionale (solo per il 20101) al calendario. «Confindustria rispetta e condivide la decisione del Governo di celebrare, il prossimo 17 marzo, la ricorrenza della proclamazione dell'Unità d'Italia. Si tratta di una data importante che va vissuta con autentica partecipazione, come momento di orgoglio e di unità nazionale. Chiediamo al tempo stesso che si tenga conto delle esigenze di un'economia che sta facendo e sempre più deve fare ogni possibile sforzo per recuperare competitività. Una nuova festività - per di più collocata in una giornata, il giovedì, che si presta ad essere utilizzata per un "ponte lungo" sino al fine settimana - comporta perdite elevate in termini di minore produzione e maggiori costi per le imprese. Darebbe un segnale fortemente dissonante rispetto alle azioni che, faticosamente, le parti sociali stanno mettendo in atto per recuperare ogni possibile margine di produttività, per poter fare nuovi investimenti e salvare posti di lavoro in Italia». E aggiunge: «Chiediamo dunque che la giornata del 17 marzo venga celebrata come una ricorrenza importante, ma senza che ciò comporti la perdita di preziose ore di lavoro o un aggravio di costi per le imprese. Per contribuire a dare alla ricorrenza l'importanza e la solennità che merita, le imprese si impegnano a fare la loro parte a fianco delle Istituzioni pubbliche, organizzando momenti di ricordo e di aggregazione attorno alla bandiera nazionale nei luoghi di lavoro».

Redazione online
04 febbraio 2011(ultima modifica: 05 febbraio 2011)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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