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«Con i tassi fermi il rendimento medio di azioni e bond supererà il 4% anche nei prossimi anni»

di Marco Sabella, dal nostro inviato a Parigi

«Con i tassi fermi il rendimento medio di azioni e bond supererà il 4% anche nei prossimi anni»

Guerre commerciali e lotta al riscaldamento globale. Sono questi i temi che nei prossimi anni avranno le maggiori ricadute sulle scelte e sulle strategie di investimento dei singoli risparmiatori e dei grandi gestori del risparmio globale. E’ quanto emerge dalla due giorni del World Investment Forum organizzato a Parigi da Amundi, il principale operatore europeo del risparmio gestito che fa capo al gruppo bancario transalpino Credit Agricole che nel 2017 ha rilevato da Unicredit l’intero ramo azienda dell’asset management di Pioneer Investments.

“Dopo un 2018 difficile possiamo dire che ci sono ancora discreti margini di rendimento sui mercati sia azionari che obbligazionari, visto che i tassi di interesse rimarranno bassi o negativi molto più a lungo di quanto si pensasse ancora pochi mesi fa e che non ci sono segnali di recessione imminente”, spiega il direttore investimenti di Amundi Pascal Blanque’. L’esplodere dei nazionalismi e dei populismi alimenta tuttavia le guerre commerciali che hanno un impatto fortemente negativo sui tassi di crescita del Pil globale. “Per questa ragione le opportunita’ di guadagno per gli investitori si concentreranno su singole storie nazionali o sulla selezione di settori oggi troppo penalizzati dalle vendite, ad esempio i titoli industriali in Europa”, precisa Blanque’.

Convinto che il rendimento medio di un portafoglio meta’ azionario e meta’ obbligazionario si stabilizzerà nei prossimi anni intono al 4,5% annuo “via via che i criteri di tutela ambientale si faranno strada e che gli investitori si renderanno conto del potenziale di rendimento superiore delle aziende che fanno della lotta alle emissioni un cardine della propria strategia”. Sulla centralità dei criteri di impatto ambientale nell’evoluzione del sistema finanziario globale si è soffermato anche il governatore della Banca di Francia Francois Villeroy de Galhau.

“Nei prossimi anni le banche centrali introdurranno parametri di valutazione delle emissioni negli stress test condotti sul portafoglio crediti delle banche dalle autorità monetarie di controllo”. Al Forum un ampio spazio di analisi e’ stato dedicato alla finanza comportamentale, i cui meccanismi inconsci possono avere un impatto decisivo sulle prospettive di rendimento degli investimenti. “Secondo alcune analisi il costo della tendenza ad acquistare sui massimi e a vendere sui minimi ha un impatto di almeno 3 punti percentuali sulla media dei rendimenti dei portafogli”, ha spiegato Richard Thaler, premio Nobel per l’economia proprio per i suoi studi sulla finanza comportamentale nel 2017.

Tuttavia le distorsioni dovute a comportamenti decisionali “automatici” sono molto più gravi perché coinvolgono le fasi della scelta a qualsiasi livello, da un orientamento al breve termine, alla sottostima delle difficoltà e degli imprevisti che si frappongono al raggiungimento degli obiettivi finanziari. “Un possibile rimedio alle scelte fatte d’impulso e che conducono a perdite sul patrimonio investito consiste nel promuovere l’educazione finanziaria e nel moltiplicare gli sforzi per rendere i risparmiatori consapevoli delle trappole della finanza comportamentale”, ha spiegato Thaler. Tuttavia solo la crescita di una consulenza finanziaria professionale basata su scelte non emotive è probabilmente la soluzione più adattata per sottrarre i risparmiatori al rischio di “farsi male da soli”.

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