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Cultura

L'allarme di Enea: entro il 2100 porti a rischio per l'innalzamento del mare

Matteo Colombo via Getty Images
Matteo Colombo via Getty Images 

Porti a rischio e coste italiane sommerse entro il 2100 a causa del cambiamento climatico. A lanciare l’allarme sono Enea e Federlogistica (Conftrasporti), secondo le cui proiezioni entro la fine del secolo migliaia di chilometri di aree costiere italiane potrebbero andare sott’acqua, coinvolgendo porti, autostrade e ferrovie. A riportare le proiezioni è Il Sole 24 Ore.

Entro 20/30 anni il mare si alzerà mediamente di 30 centimetri lungo le nostre coste e nei nostri porti e di 90 centimetri/un metro nel giro di novant’anni. Ma per alcune aree l’innalzamento potrebbe anche essere maggiore. 

Come sottolineato da Luigi Merlo, presidente di Federlogistica-Conftrasporto intervistato dal Sole 24 Ore, bisogna agire presto:

“La nostra è una battaglia culturale: si parla molto spesso degli effetti prodotti dal climate change ma assai meno di quelli marittimi, che sono altrettanto complessi. L’innalzamento dei mari sarà tra le principali emergenze che dovrà affrontare l’Italia nei prossimi anni, ma siamo in drammatico ritardo [...] Ci sono situazioni, a partire da Venezia, che non possono più aspettare, e il Mose, quando entrerà in funzione, rischierà di essere già superato”.

Ma l’allarme non riguarda solo Venezia: il fenomeno coinvolge tutte le regioni bagnate dal mare, per un totale di 40 zone costiere a rischio inondazione. Dalla costa nord-adriatica alle coste sarde. Per limitare i danni bisognerà agire con interventi mirati:

Costruire dighe e muri alti almeno tre metri potrebbe essere una prima mossa, come pure sopraelevare ferrovie e strade costiere. 

Sarà necessario tenere conto dei fenomeni meteorologici violenti, come spiega il presidente di Federlogistica-Conftrasporto:

“Sono fenomeni che si ripeteranno e saranno sempre più violenti e bisogna far sì che le infrastrutture siano più resilienti, realizzando opere per affrontare questo fenomeno”.

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