Terry Duerod, ex Victoria Libertas Scavolini, muore a 64 anni per un tumore

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13 novembre 2020

PESARO – La triste notizia arriva in serata, grazie a un amico che lavora negli Stati Uniti d’America:
Terry Duerod, legendary Detroit basketball player and city firefighter, dies of cancer at 64 ha titolato Detroit News.
Terry Duerod, leggenda del basket di Detroit e già vigile del fuoco, muore di cancro a 64 anni.
Amava questo lavoro, lui che era stato un tiratore fantastico e aveva vinto un titolo Nba con la maglia dei Boston Celtics. Anni fa, con Elio Giuliani, avevamo ideato un omaggio agli ex stranieri della Vuelle.
C’era chi insegnava storia in Svizzera e chi era diventato un diplomatico. Terry era vigile del fuoco a Detroit. Un grande orgoglio per lui che era nato il 29 luglio 1956 nel Michigan, a Royal Oak, nella contea di Oakland, sobborgo di Motown, la città delle auto. Dopo avere studiato nell’Università di Detroit Mercy, era stato scelto dai Pistons (1979/80), l’anno dopo ai Dallas Mavericks, poi a Celtics e ai Golden State Warriors. Tutte grandi squadre, per la guardia tiratrice che venne portata a Pesaro da Vito Amato. Era la stagione 1983/84.

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Lo abbiamo raccontato nel libro Dietro i canestri:
Chiusa (stagione 82/83), con la vittoria della Coppa delle Coppe e una finale scudetto persa, l’era di Kićanović e Jerkov, Skansi rinuncia ai connazionali e si affida agli americani Earl Cureton e Terry Duerod, fresco di titolo con i Celtics. Il feeling con il croato dura pochi giorni, giusto i primi del ritiro estivo nella montagna slovena. I due americani eccepiscono sui metodi di Skansi e del preparatore atletico. “Siamo qui per il basket, non per fare le flessioni…“. Earl è un atleta strepitoso: stoppa e schiaccia esaltando il pubblico; Terry è un gran tiratore. Tornati a Pesaro dal torneo di Benevento, Cureton fila via a Milano. Qualche presenza in maglia Olimpia e, inseguito invano da Peterson, altra fuga, questa volta definitiva, in taxi verso Malpensa, da dove decolla un aereo per gli USA. Ottobre 1990, McDonald’s Open di Barcellona. Seduto in tribuna tra Mark Jackson e Charles Oakley, Cureton, nel roster dei Knicks, mi riconosce. “Quanto accadde a Pesaro mi dispiace ancora. Terry mi ha detto del calore del pubblico…“. Duerod, licenziato, è sostituito da Ron Lee. Fidandomi delle referenze fornitemi da un amico, annuncio con troppa enfasi l’ingaggio di un americano che si conferma specialista difensivo, ma scarso tiratore, inadeguato alle esigenze del basket italiano. L’esperienza fatta con Ron Lee mi induce a maggiore cautela in mancanza di certezze sui nuovi stranieri. Per fortuna, sua e della Vuelle, su consiglio dell’agente, Duerod rimane in città e avvia una causa. Tagliato Lee, è richiamato in squadra. I canestri di Duerod aiutano a salvarsi e a costringere il Real Madrid al supplementare. In casa, le “merengues” vincono 99-97. Al posto di Pero Skansi c’è il professor Aleksandar Nikolić.
Che potesse avere una carriera in Italia era scritto nelle cose. Terry era stato allenato dal paisà Dick Vitale.
Tornato negli USA, a Detroit, corona un sogno: aveva giocato con Larry Bird e vinto il titolo Nba, ma voleva fare il vigile del fuoco e per 27 anni ha guidato i camion del distaccamento a cui apparteneva.
Ciao Terry, che la terra ti sia lieve.

 

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